Nuovo logo Gelbison, Miraldi: «Basta polemiche a ognuno il suo ruolo»

Tiene ancora banco la polemica relativa al nuovo logo della Gelbison con la decisione di sostituire la citazione “Vallo della Lucania” con “Cilento Città Territorio”. Una scelta non presa bene da tutti ma che lo stesso tifo organizzato ha invece appoggiato. Una decisione che segue al progetto di unione del territorio per sostenere i rossoblu che ha iniziato qualche anno patron Maurizio Puglisi e che ha dato i suoi frutti portando la Gelbison fino alla prima storica partecipazione in Serie C. E ora ha voluto dire la sua anche Pietro Miraldi che è consigliere comunale di maggioranza.

Il nuovo logo della Gelbison

Le parole di Pietro Miraldi su Facebook

In particolare Pietro Miraldi si è affidato a Facebook per far conoscere il suo pensiero. E non le ha mandate di certo a dire. «Sono passati meno di tre mesi dalla storica promozione nei professionisti della Gelbison. Finalmente Vallo era agli onori della cronaca nazionale per un evento impensabile ai più, e se non fosse stato per la caparbietà di un presidente che ci credeva e ci ha creduto, non avremmo mai vissuto quei momenti. È stata una vittoria dell’intero Cilento. Poi però come sempre capita a Vallo e nel Cilento, bisogna trovare il motivo per metterci in cattiva luce agli occhi di tutti. Screditare è il termine giusto, che più ci si addice. E mi riferisco alle polemiche che negli ultimi giorni si fanno nei confronti di chi ha investito tempo e danaro».

Pietro Miraldi: «A ognuno il suo ruolo»

Miraldi non sottrae la politica, di cui è rappresentante, alle sue responsabilità in particolare per lo stadio “Morra” non adeguato a ospitare la Serie C: «Vallo un campo idoneo non lo ha. Probabilmente la politica non ha creduto in un progetto o non lo ha indicato tra le priorità. Sarà cura di noi amministratori cercare di risolvere al più presto il problema stadio, sperando ci siano le possibilità. Questo il nostro ruolo». Quindi l’appello: «Il ruolo del tifoso è soprattutto quello di rispettare la squadra e portarla nel cuore e far sentire gli avversari più piccoli ,e se ci sono panni sporchi, essere bravi a lavarli in famiglia. Per concludere ognuno svolga il proprio ruolo, perché bisogna partire dall’idea che quando si fa qualsiasi cosa c’è sempre un motivo».